Avevano detto che tra ieri e oggi sarebbe nevicato. E invece niente. O, meglio, dalla mia finestra non ho visto i tetti delle case imbiancate. Né ieri, né oggi. Peccato. Perché mi ero preparato un bel discorsetto per Cric e Croc, Salvini e Di Maio. Il primo dodici anni fuori corso a scienze storiche, capirai. Il secondo ad un passo dalla laurea in giurisprudenza, racconta lui. Entrambi diplomati al liceo classico: chi l’avrebbe detto? E tutti e due iscritti all’albo dei giornalisti: buona a sapersi. Eppure sia il ministro dell’interno del governo Conte che quello dello sviluppo economico e del lavoro, stiamo freschi, non conoscono l’uso dei verbi ausiliari. Che nella lingua italiana sono appena due: avere e essere. A me almeno avevano insegnato in quinta elementare che per i verbi atmosferici (gelare, grandinare, albeggiare) l’unico ausiliare che si deve usare è il verbo essere e non avere. A meno che non si voglia sottolineare la durata del fenomeno meteorologico. Per esempio è tollerato scrivere “ha nevicato per tre ore”. Mentre in tutti gli altri casi non ci piove che si può solo dire “è gelato, è grandinato, è albeggiato”. Altrimenti parli davvero turco come il leader della Lega o di Cinque Stelle. L’uno e l’altro vice-presidenti del consiglio dell’Italia dello stivale e non dello Stato libero di Bananas. Sempre che non vada persino bene che Gigetto affermi tranquillamente: “Se lavoreremo bene potremo ricucire il Paese soddisfando le esigenze di ogni persona”. Soddisfando al posto di soddisfacendo: tutto fa brodo e comunque tra ignoranti vi eravate lo stesso capiti. Quante storie? Che poi Matera si trovi in Puglia o in Piemonte importa ancora meno. O che Pinochet fosse il dittatore del Cile e non del Venezuela che differenza passa? Nessuna. Però mi piacerebbe anche far la conoscenza del professore di storia e geografia che ha promosso Di Maio in prima media. Così gli mando a ripetizione pure il Trota, dei quattro figli di Umberto Bossi senz’altro il più colto. A scuola niente religione, ma un’ora (sostitutiva) di poker, ha proposto oggi Pupo se fosse l’imperatore del mondo. Ovviamente è una provocazione (utopistica) che potete leggere a pagina 75 di Sette, il magazine del giovedì del Corriere della sera diretto dall’intertriste Beppe Severgnini. “Nel mio impero è però vietato il gioco d’azzardo di tipo estorsivo come le slot machine e i gratta e vinci, questo genere insomma di truffe su cui lucra lo Stato”. Così va già meglio e sono molto più d’accordo. Mentre non so se sapevate che la prima moglie del Senatur, Gigliola Guidali, chiese e ottenne la separazione dopo sette anni di matrimonio “quando scoprii che Umberto usciva tutte le mattine di casa con la borsa del dottore dicendomi “ciao amore, vado in ospedale”, quando invece non era neanche laureato in medicina”. Gli mancavano ancora sei esami. Intanto al suo erede al trono del Regno di Pontida non è bastato che un mese fa ci sia scappato il morto negli scontri pre-partita tra gli ultrà dell’Inter e quelli del Napoli che si erano dati appuntamento dalle parti di San Siro per ammazzarsi di botte. Del resto Salvini è un ex della famigerata Curva Sud rossonera e così non mi sorprende che non abbia posto alcuna limitazione alla vendita dei biglietti e all’accesso allo stadio degli ultrà partenopei per il match di sabato tra il Milan di Gattuso e il Napoli di Ancelotti. Calcio d’inizio alle 20.30. Ma non aveva anche promesso, in qualità di ministro dell’interno, che queste sfide a rischio non si sarebbero più giocate la sera? Ha davvero il naso lungo come il suo ex capo. Eppure voi lo continuate a sostenere. Più irresponsabili di lui. Nel Paese del resto più ignorante d’Europa. E tra i più corrotti nel mondo. Dove mancavano solo i furbetti del redditino. Cioè quelli che chiedono il diritto di cittadinanza senza averne il diritto. Come ha scritto Massimo Gramellini. E il suo Caffè non l’ho ancora digerito da stamattina.