Non so cosa vi abbiano raccontato. Come chiedono sempre a Maria De Filippi gli ospiti di C’è posta per te. E non ce l’ho stavolta con Sky. Anzi. Paola Ellisse e Andrea Meneghin mi sembra che formino una bella coppia a bordo parquet. Lei mi scomoda persino Ungaretti: “Stanno come d’autunno sugli alberi le foglie”. Ed in effetti basterà adesso solo un soffio di vento per escludere clamorosamente dai playoff la Venezia del sindaco, ma anche i campioni d’Italia del Banco di Sardara. Lui ci spiega il basket come in fondo è: uno sport molto più semplice di quello che gli esaltati santoni della Banda Osiris vorrebbero farci credere. Come predica il Paron col quale sono sempre in sintonia: “Conta soprattutto mettere la palla nella canestra”. Poi il resto sono solo parole al vento. Non so cosa vi racconteranno gli altri, ma a mezzogiorno ho portato il nipotino al Taliercio e io l’ho vista così prima ancora di riguardare la partita in tivù o di leggerla domani sulle gazzette. Mi ero illuso ieri che l’Armani potesse fare un regalo alla Reyer. Milano non mi aveva incantato al Forum con Torino e nemmeno con Caserta. Mentre Venezia a Reggio Emilia avrebbe anche potuto benissimo vincere se non avesse trascinato il duello con la GrissinBon ai tempi supplementari che le sono in questo (strano) inverno indigesti. E invece ho preso un granchio grosso come una polposa granseola. Perché la squadra di Gelsomino Repesa avrà in Europa tutti i difetti di questo mondo, ed è ancora lontana mille miglia dai colossi di Spagna, Russia e Turchia, ma in patria fa il bello e il cattivo tempo. Basta solo che lo voglia. E oggi non aveva la minima intenzione di fare sconti alla Reyer. E così è stato. Nonostante Simon avesse quaranta di febbre e sia rimasto a casa con Jenkins ancora azzoppato. Nonostante Sanders, che adoro, si sia preso una domenica di assoluto relax in laguna e Kalnietis si sia solo divertito a collezionare francobolli, che nel basket sono gli assist (ben sette), a fronte di nessun punto incassato. Non so cosa vi abbiano raccontato di Alessandro Gentile: magari che l’EA7 senza di lui è anche meglio. Non ho mai sentito una stupidaggine del genere. Il figlio di Nando è stato di nuovo grande e nell’uno contro uno ha bruciato tutti quelli che avrebbero voluto chiudergli la bocca di fuoco. E, quando Tonut l’ha marcato come dio comanda, cioè faccia a faccia, e quasi a contatto di gomiti, si è inarcato all’indietro e ha segnato un canestro favoloso per potenza e eleganza. La partita è stata in equilibrio sino alla fine del terzo periodo (56-58). Poi, all’inizio del quarto, Ale le ha dato uno scossone con una tripla da urlo e insieme al giustiziere Lafayette (19 punti a testa) si è messo in tasca la vittoria molto più facile di quanto dica il conto nemmeno troppo salato (81-85). Le mie pagelle milanesi, così ci capiamo meglio: McLean 6, Lafayette 8, Gentile 9, Cerella 5.5, Kalnietis 6.5, Macvan 7, Cinciarini 6-, Sanders s.v., Barac 5.5, Batista 7.5. E quelle lagunari, così capite la differenza: Goss 7, Bramos 6, Tonut 6-, Jackson 5, Green 4.5, Ruzzier s.v., Owens 6.5, Ress 4.5, Ortner 5, Viggiano 6, Savovic 6+. Venezia è andata a fondo (57-67 ma anche 68-79 al 39esimo) quando, come ha sentenziato l’Ellisse, non è più riuscita ad avvicinarsi al canestro dove Batista e Macvan l’hanno fatta da padroni. Non mi ricordo più cosa aveva raccontato e detto Tomas Ress di Re Carlo Recalcati: forse che Napoleone Brugnaro avrebbe dovuto cacciarlo molto prima? Anche l’ex torre di Siena può pestare a volte una cacchina di cocai. Capita e mi spiace un sacco. Al centro del parquet c’era un uovo gigante di cioccolata che ha fatto la gioia dei bambini oro-granata. Pasqua è tra quindici giorni, ma l’Umana tornerà al Taliercio solo ad aprile dopo le trasferte di Caserta e Cantù. Ed è questo che deve maggiormente preoccupare Walter De Raffaele. Perché con la gran Milano si può anche perdere, ma non con entrambe le prossime avversarie. Altrimenti addio playoff e tutti in ferie. Semmai il parquet fucsia di Marta Marzotto si sarebbe aspettato di trovare nell’uovo del sindaco una bella sorpresa: quel pivot alto e grosso che manca da inizio stagione e che invano Recalcati gli andava chiedendo sin dalla scorsa estate. Ma pare che Napoleone da questo orecchio proprio non ci senta. Peccato. Così come è amaro per me sottolineare che nemmeno oggi c’è stato il sold out al Taliercio. Dove pare d’essere ormai in chiesa: tanti sospiri e poco tifo, molti mugugni e quasi il gelo. Anche in gradinata. E ogni domenica è sempre peggio.