Aggrappata alla Sottana, l’Italia di Paperoga si salva

crespi

Non sono sempre tutte rose e fiori. Anche lo scudetto della Reyer ha avuto per esempio le sue spine. E Giacomo Baioni è stato una di queste. L’assistente pesarese, che tanto aveva fatto per approdare da Sassari a Venezia, non ha legato quasi subito con Walter De Raffaele e gli altri dello staff tecnico. Ora, se c’è qualcuno che afferma che questo non è vero, provi a venirmelo a dire. E comunque le strade si sono adesso divise: Zabajoni andrà a Brescia e sarà il vice di Enzino Esposito, mentre il Pesciolino rosso, anzi tricolore, sta già cercando il sostituto senza fretta non avendo che l’imbarazzo della scelta. So già quel che pensate: ci aveva promesso l’elenco completo dei Banda Osiris con le new entry e i neo-nati, la top ten e i trombati, e invece ci sta raccontando la storia della rava e della fava. Ma non è mica finita qui ed infatti vi devo ancora spiattellare quel che è successo nello spogliatoio del Taliercio mentre la festa per lo scudetto era appena iniziata e il nostro si è rifiutato di farsi riempire il bicchiere di spumante per il brindisi dei campioni d’Italia. Niente di grave: semplicemente Baioni è astemio, come del resto Federico Casarin, ma a qualcuno tra i tecnici oro-granata la cosa è andata di traverso, tutti i nodi sono venuti al pettine, vecchi dissapori e antichi contrasti, e sono volate parole grosse. Tanto che lo stesso presidente e Ray-ban sono dovuti intervenire prima che dalle offese si passasse ai fatti. Quel che succede nello spogliatoio di una squadra dovrebbe restare tra quelle quattro mura sostengono i benpensanti che sono però rimasti all’età della pietra se ormai ci sono telecamere dovunque e spie che spifferano tutto al presidente o all’allenatore dopo aver massaggiato i muscoli dei giocatori, sono figli del direttore di banca (e di buona donna senza offendere la mamma) e non fatemi dire altro perché mi risalta la mosca al naso e di nuovo m’arrabbio, ma non vale francamente la pena con questo caldo tremendo e maledetto. E’ successo anche nella Dinamo di non andare più d’accordo una settimana dopo essersi giurati amore eterno. E così è stato inutile tirarla tanto per le lunghe tra Sardara e Esposito che a pelle non si potevano più sopportare una volta che avevano cominciato a conoscersi e a frequentarsi. Eppure si sono lasciati a metà stagione. Prima della Coppa Italia. Anche se Vincenzino non è poi caduto in totale depressione solo perché il Banco di Pozzecco, detto Prozzecco, ha perso l’ultimo duello con la Reyer. Altrimenti non si sarebbe mai dato pace d’aver abbandonato proprio la squadra dello scudetto. Intanto Sassari sta sfasciandosi perdendo pezzo dopo pezzo: Jack Cooley è davvero volato in Giappone, Rashawn Thomas cerca qualcosa di meglio (e non posso dargli torto), Scott Bamforth aveva baruffato con il mondo e ora manca soltanto che se ne vada pure Achille Polonara a Venezia perché persino il Poz non torni più da Formentera.  Mi credete? No. E stavolta fate bene. Mentre mi domando dove vuole andare Diego Flaccadori che ha già salutato Trento con le lacrime agli occhi. Al Barcellona? Sì. E io vado nella Terra del Fuoco. Dove oggi la temperatura variava dal +1 a -7 sotto zero. E adesso? La lista della Banda Osiris è lunga e complessa. Per cui di lei, se non vi dispiace, mi occuperò domani quando avrò più tempo. C’è l’esordio dell’Italia con la Turchia negli Europei femminili a Nis in Serbia. Ovviamente su Sky. Però mi raccomando: non spargete la voce perché non lo sa ancora nessuno. In un’intervista a Tuttosport, credo a Piero Guerrini, Giannino Petrucci ci ha fatto sapere di dormire poco perché preferisce pensare. Ecco allora cominci a pensare a come riportare almeno la nazionale di basket sulle reti ammiraglia della Rai per i Mondiali di Cina a settembre prima che i suoi nemici storici dicano invece di lui che è un morto di sonno. Giovanni Malagò ha ottenuto le Olimpiadi di Milano-Cortina contro tutto e tutti. E Giannino non ce la fa con due soldi a convincere Sky a trasmettere insieme alla televisione di Stato almeno le partite degli azzurri di MaraMeo Sacchetti? Non ci posso credere. Sottovoce, ma non ditelo in giro perché deve rimanere un segreto tra noi, le azzurre di Paperoga Crespi (nella foto), che con quella barba assomiglia più a Ezechiele Lupo, hanno battuto le turche (57-54) aggrappandosi alla Sottana in una partita che è stata un vero calvario e di una sofferenza inimmaginabile. Nessuna segnava. Neanche col gesso. 26-25 all’intervallo e Crespi che urlava come un matto strapazzando l’asciugamano. La brava Giorgia (16) e poco altro: Cecilia Zandalasini (13) ma a singhiozzi e molti sospiri. Poi lo show finale della capitana trevigiana che ha infilato gli ultimi 11 punti dei 12 segnati dall’Italia. Una buona difesa, questa sì, ma non può bastare per pensare di salire sul podio di Belgrado e andare tra un anno alle Olimpiadi di Tokyo. Sperando che fosse solo emozione per il debutto e tanta ma tanta tensione che proprio la Sottana ha sfogato alla fine in un pianto a dirotto sulla spalla del buon Alessandro Magro, il silurato a Brescia da Baioni. In fondo il mondo è piccolo, uno sputo nell’universo: non vi sembra?