Piove? Non ancora, ma pioverà. A scrosci. Almeno nel Veneto. Molto bene. Così starete a casa. Due castagne e le sorelle Parodi in televisione. Di Cristina niente da dire: non invecchia e non stanca mai. Mentre Benedetta è poca cosa quando la togli dai fornelli: cotta e bollita. E così, come me, non andrete a votare per il sì o il no al referendum di Luca Zaia che ci è già costato non sapete neanche quanto. Ve lo dico subito: 14 milioni di euro. E addirittura 50 in Lombardia. Dove non serve il quorum, ma il tablet. Evidentemente abbiamo soldi da buttare per un voto che non ci cambierà la vita. Il referendum è infatti consultivo e ha solo valore politico. Viva o abbasso la Lega, ma chi se importa o, meglio, chi se frega? Almeno è salva la rima. Nell’Italia di Fazio e Belpietro, uno più insopportabile dell’altro: due iene ridens. Io comunque vado a Udine con Rocco. Non so però bene a far cosa. Tanto lo scudetto lo vincono il Napoli o l’Inter. E la Juve starà a guardare. Se lo augurano tutti. Da Sky a Mamma Rosa. Calcio spettacolo in effetti ieri sera al San Paolo. Dite sul serio? Veramente ho preso sonno all’inizio della ripresa. Dopo che Vecino ha saltato Reina e Albiol ha salvato di testa sulla linea di porta. Anche se sembra che Dio Marx Sarri, eccezionalmente sbarbato, non se ne sia accorto se ha dichiarato al termine di un pirotecnico nulla di fatto: “Abbiamo messo sotto i nerazzurri per 90 minuti su 90 e Handanovic è stato il solito fenomeno”. Per lo Zio Bergomi lo scudetto lo vincerà comunque l’Inter, ma lo va raccontando ad ogni autunno ormai da otto campionati e per questo nessuno più lo ascolta. E lo bada. Nemmeno Spalletti. Che quando attacca a parlare non la smette mai. Piuttosto mi è piaciuto un sacco l’accostamento che Caressa ha fatto di Icardi a Trezeguet. “In particolare sono eguali in una cosa: li porti tutti e due per esempio all’autogrill e tiri a loro una palla. Entrambi prenderanno la porta anche da cento chilometri di distanza. E la direzione sarà sempre quella giusta”. Peccato che ieri sera a Icardi nessuno si sia neanche sognato di passargli la palla. Accade. Come è scappato a Francesco Pierantozzi di dire durante un’accalorata telecronaca di rugby su Sky:“ Tra Australia e All Blacks non esistono amichevoli, ma solo test match dal 1903: insomma 114 anni di sfighe. Sorry, di sfide”. Però il migliore di tutti resta Lele Adani, il contadino vestito da festa non solo la domenica, che ha assalito pari pari Sarri con questa domanda senza mai tirare il fiato: “Dato che cinque occasioni da gol nette (quali?, ndr) sono state sufficienti per creare i presupposti per vincere, io piuttosto sottolineo come il Napoli è (o sia?) migliorato tantissimo nella fase, diciamo, di quando attacca con tanti uomini un avversario come l’Inter che ha gamba nel ripartirti, sia esternamente che dentro, con giocatori come Vecino per esempio o anche con Eder che deve giocare sette otto minuti. Il Napoli legge bene la transizione scappandole indietro, cioè rimane ordinato. Nel primo tempo sono usciti loro (chi?) da una pressione vostra. Ha mandato Borja Valero a puntare in quel cinque contro quattro e c’è stata un vostro ottimo posizionamento della linea difensiva. Cioè è più consapevole (il Napoli?), ripetendo i lavori, la lettura e l’attenzione, di poter soffrire meno anche quando accetti e subisci le ripartenze. Perché questo inevitabilmente succede”. E Dio Marx cosa avrebbe dovuto rispondergli? Vallo a capire. O avrebbe invece dovuto mandarlo a quel paese? Sarebbe stato forse il caso. Mentre io intanto chiamo il 118. Non sapendo nè leggere nè scrivere.