A tutto c’è un limite, non per il golfista della domenica

Non ditemi che la sapete perché ve la racconto lo stesso. Al green della uno della Montecchia, e il riferimento al libertino club padovano non è casuale, la bella moglie di Toni si sente male, crolla sull’erba col putter in mano e muore. Toni è disperato. “Ti capisco”, prova a consolarlo un compagno di circolo. Eh sì, conviene Toni: è stata durissima fare altre diciassette buche con la povera moglie in spalla, ma ugualmente non ho preso la virgola. Ora al mio amico Nico, che ieri ha compiuto 67 anni, mille auguri, dovrei spiegare cosa significhi “prendere la virgola”. Gli dico solo che per un golfista, anche non necessariamente sfegato come ne conosco pochi, è un vero e proprio dramma: peggio del decesso della propria consorte. C’è invece Bepi che alla club house di Frassanelle, non lontano dalla Montecchia, racconta davanti al biliardo cosa gli è capitato alla buca due che è un par cinque con un ruscello dispettoso davanti al green. “Stavo giocando con Giovanni, avete presente, sì l’ingegnere che è andato in pensione il mese scorso. Ebbene, stava tirando il secondo colpo, mi pare un rescue, quando all’improvviso mi dice che gli gira la testa, si tiene il petto, barcolla e mi muore sotto gli occhi: credo d’infarto”. E tu che hai fatto? “Bogey purtroppo. Ma poi birdie alla tre e pure alla nove”. Insomma Bepi ha continuato a giocare imperterrito come se niente fosse successo. Non è una barzelletta invece, ma una vicenda che ha creato la settimana scorsa molto sconcerto sui social network a stelle e strisce. E’ nota la passione per il golf del presidente degli Stati Uniti d’America, ma non al punto, secondo i più, che Barack Obama, dieci minuti dopo aver rilasciato un addolorato discorso alla nazione in cui prometteva giustizia rapida per il reporter americano decapitato in Siria, sia salito sul suo car e, assieme all’ex star della Nba, Alonzo Mourning, si sia sparato in allegria quattro ore filate di golf nel campo di Martha’s Vineyard dove era in vacanza. “Okay, Obama si è impegnato a catturare il boia di James Foley – è stato uno dei commenti più feroci -: gli voglio credere, ma lo farà soltanto dopo aver finito di giocare a golf”. Per la verità anche il premier giapponese, Shinzo Abe, informato delle 39 vittime della frana di Hiroshima, che a oggi sono diventate 72, non ha rinunciato ai ferri e ai bastoni sino alla diciottesima buca. Morale della favola: niente e nessuno, neanche una tragedia, possono fermare il golfista della domenica, ma neanche quello del metà settimana o del lungo weekend. Al quale magari potrà anche interessare che nella seconda giornata dell’Open d’Italia di Torino il sudafricano Hennie Otto, già vincitore al Castello di Tolcinasco nel 2008, ha visto la madonna, come si dice in gergo, e con nove birdie, un fantastico eagle alla 12, quando ha imbucato dal rough, e un solo bogey alla 17 ha chiuso il giro con un clamoroso -10 di giornata e un totale di -15 che l’hanno lanciato in orbita. Ora, siccome pure lo spagnolo Rafael Cabrera Bello ha avuto le visioni senza andare a Medjugorje e ha tirato un solo colpo (63) più del leader, non mi si venga ancora a dire che il percorso blu della Mandria è difficile da morire. Non sarà magari neanche semplice, come si sono sforzati a spiegarci Grappasonni e amici con eccessiva petulanza, ma comunque non ci vedo uno scandalo se lo definisci abbastanza facile o assolutamente non impossibile. L’importante è che sia divertente, e a me non dispiace, però se l’architetto canadese Graham Cooke avesse disegnato qualche ostacolo d’acqua in più lo avrebbe reso ancora più attraente. Può fare il bis Otto? Non è da escludere. Però se avessi cinque soldi in tasca, e non fosse fine mese, me li giocherei sul regolarissimo (66+66) austriaco Bernd Wiesberger, secondo a tre colpi dal sudafricano che nell’ultimo Major, il Pga Championship, prima della tempesta era in testa alla sei del quarto giro di Valhalla alla pari con Rory McIlroy. Non so se mi spiego. In più è molto meno timido di Francesco Molinari che gioca tre volte meglio del viennese ma ieri non ha attaccato quasi mai la bandiera.