Ci riprovo, ma so che di nuovo non mi crederete. Ieri sera non ho visto in televisione la Milano di Giorgio Armani impegnata in EuroLega con l’Efes di Istanbul com’era nelle mie (prime) belle intenzioni. E difatti chi mi rivela come è andata a finire la partita del Forum come minimo lo strozzo. Ma il Napoli di Dio Aurelio De Laurentiis in diretta contro l’Empoli di Aurelio Andreazzoli che, a sentire quelli della riserva indiana di Sky che ne masticano di pallone più dei cammelli del deserto del Sinai, e ne sanno sempre una più del manuale delle Giovani marmotte del calcio italiano scritto a quattro mani da Lele Adani e Massimo Ambrosini, nell’occasione riveduto e corretto da Maurizio Compagnoni e Luca Marchegiani, è l’allenatore emergente più preparato, serio, saggio e capace di questa nostra spenta serie A. Che, perso Marx Sarri, finito al Chelsea, aveva smarrito la sua guida più luminosa e vagava da mesi nel buio assoluto alla ricerca di un’altra stella cometa come quella che ai Re Magi (Gasparri, Melchiorre e Allen) indica la strada per raggiungere, almeno nel giorno della Befana, il presepe. Dove a Natale, ventiquattr’ore prima d’affrontare l’Inter a San Siro nella notte di Santo Stefano, il Napoli di Carletto Ancelotti troverà tra il bue (Condò o Pardo, scegliete voi) e l’asinello anche lo scudetto d’inverno. Perché ovviamente per quello d’estate dovrà pazientare sino a maggio. Ora, se di nuovo non m’interrompete, vi posso anche dare qualche ulteriore precisazione o ragguaglio al mio Scacciapensieri che proprio così folle non è come invece vi potrei aver indotto a pensare. Ho infilato Allen tra i tre Re Magi perché dovunque lo metti sta. Senza fiatare. Anche in panchina. E non importa se io lo farei giocare sempre. Anche a Monopoli. Io però di calcio, è risaputo, rispetto a lor signori di Sky, non ne ho mai capito un tubo. Neanche quando ho visto Lorenzo Insigne ancora ventenne infilare all’incrocio un fantastico gol al Padova nel Pescara di Zeman, Verratti e Immobile e scrissi che il Napoli aveva trovato un Maradona formato mignon. Insomma un 9 virgola 5. E tutti di me risero a crepapelle. Come quando a Rafael Benitez chiesero in precampionato quante reti si sarebbe aspettato che potesse realizzare quel Mertens arrivato per meno di dieci milioni dal Psv Eindhoven e lui rispose anche venti. Ebbene il piccolo belga ne ha già segnate quasi cento in cinque anni e due mesi, ovvero già un paio più del grande Careca, e nessuno oggi più se ne ricorda. Calendario alla mano, si sono anche domandati nel salottino di Sky se gli azzurri di Ancelotti potranno a Natale aver già agguanto la Juve e tutti in coro si sono affrettati a esclamare “come nooo”. In effetti vuoi che il Napoli non faccia un sol boccone di Genoa, Chievo, Atalanta, Frosinone, Cagliari e Spal nelle prossime sei giornate e che i bianconeri di Acciuga Allegri (l’asinello del presepe?) non perdano almeno tre partite con Milan a San Siro, Spal, Fiorentina, Inter, il Toro e la Roma? E’ fuor di dubbio. Però non paragonatemi per favore Andreazzoli a Sarri perché, se è vero che il suo Empoli ha battuto al San Paolo ben sette corner contro zero e propone sempre calcio, come sostengono puntigliosamente Adani, Ambrosini, Compagnoni e Marchegiani, non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che abbia beccato anche ieri cinque gol, che non sono bruscalini, e che in classifica abbia appena sei punti che sono proprio pochi. Con una sola vittoria e sette sconfitte in undici partite. E solo Chievo e forse il Frosinone difendono peggio. Ma ci si salva in tre e la terza potrebbe essere anche il Bologna se batte domani l’Atalanta e si tiene ben stretto ancora SuperPippa Inzaghi, un’altra stella cometa che vive di luce riflessa. Quella del fratellino Simone che non so come faccia ad essere quarto in classifica con gli stessi punti del Milan. Post scriptum: la Juve ha vinto di nuovo persino su Dazn contro un ottimo Cagliari che ha un bravo allenatore di nome Rolando e di cognome Maran, però sinora ce ne siamo accorti solo in due: Francesco Guidolin e il vostro pennivendolo.